Mamme.

Da piccola alla domanda a chi vuoi più bene? A mamma o a papà? Io rispondevo sempre papà, anche se papà non era presente e mamma si.

Mia madre ha fallito su molti fronti. Ho un fratello più piccolo che da piccolo ne combinava di  tutti i colori, mia madre mi ha picchiata tante volte per colpa sua. L’ho provato sulla mia pelle. Le botte, se le ricevi a causa di altri, non servono. Anzi, fanno crescere il rancore nei confronti di chi te le dà.

Non è solo per le botte che mia madre ha fallito. Mi ha tappato le ali, non mi ha dato le libertà che volevo e tutt’oggi non me le dà. Mentre a mio fratello si, non proprio tutte, ma ne ha più di me. E quando usa la scusa del “lui è maschio” la rabbia cresce ancora di più. Sono 10000 volte più responsabile di mio fratello e nonostante ciò le libertà sono sempre limitate. Per andare in Irlanda, io e mio padre abbiamo dovuto fare lotte che non avete idea. E si vanta con le altre mamma che mi ha mandata da sola. Come se fosse stata l’unica al mondo ad averlo fatto.

Ovviamente le voglio bene, è pur sempre mia madre e non sto dicendo che averla è una disgrazia, sono fortunata, ma no, non riesco ad elogiarla, ad amarla, a dedicarle post su Facebook su quanto bene le voglio perché, alla domanda chi preferisci tra mamma e papà, io risponderò sempre PAPÀ.

Esperienze e pensieri vari.

Sono stata a Milano. Se prima mi spaventava l’idea di vivere lì in un probabile futuro, adesso non è più così. È anche meglio di ciò che mi aspettavo, è incredibile e c’è tanta gente con i capelli strani, mi sentirei più me stessa in un posto dove, nonostante i capelli strani, nessuno ti fissa, visto che ho la fissazione per i capelli colorati. Al sud Italia siamo in Africa paragonati a loro. E a Roma sono al sud Italia, questo mi consola. A milano ho fatto shopping matto e sfrenato, per trovare qualcosa di carino qui devo girare milioni di negozi, lì ovunque tu entri trovi qualcosa e anche a prezzi molto accessibili.

Il viaggio mi ha fatto capire che non è cosa per me viaggiare con i miei, li ho dovuti pregare per portarmi all’accademia di Brera e sono comunque entrata sola. Siamo andati al Duomo e hanno preso il biglietto solo per la cattedrale e non per le terrazze. Geni del male. Poi si lamentavano del freddo, del caldo, il cibo. Ma lo spirito d’adattamento che fine ha fatto? Amo viaggiare, visitare posti, stare a contatto con altri turisti o con la gente del luogo. Non ho potuto fare niente di tutto questo.

Siamo stati anche a Bologna c’era un corteo antifascista. Mi avvicino per capire di cosa si tratta e cosa dicessero. Mia madre mi dice “muoviti che a queste cose non si partecipa”. Quale madre dice alla figlia che non deve partecipare ad un corteo?

Diciamo che mia madre in mezzo alle manifestazioni non ci sa stare, se due litigano lei li fissa ed è questo che non bisognerebbe fare.

Durante il mio viaggio la mia quasi storia iniziata su Facebook è finita, proprio come è iniziata, su Facebook. Niente drammi, la ferita per il tipo di prima è ancora troppo profonda per badare ad uno di cui,praticamente, conoscevo solo il nome.

Sospetto che il mio ex trombamico si sia lasciato con la sua tipa e voglia tornare da me, non vedo l’ora che me lo dica chiaramente per poterlo mandare felicemente a quel paese, o forse no, non lo so. Sono ancora confusa, appena e se succederà, deciderò sul momento. Devo smetterla di pensare come se fossi una macchina. Elaboro troppo e troppo in fretta e a volte, le decisioni sono comunque sbagliate. Non voglio avere rimpianti ma ho capito che sono una cosa inevitabile, quindi tanto vale smetterla di pensare.

Se smetto di pensare però, poi che scrivo?

Paura, ansia e depressione.

Trovi la pace interiore ed eccolo lì, arriva un ragazzo e manda all’aria tutto. Credevo che l’ultima “storia” mi avesse fatto perdere fiducia nell’amore, forse un po’ è stato così. Ma più che la fiducia nell’amore, l’ho persa negli uomini, in me stessa. C’è questo ragazzo, conosciuto su Facebook, so che tanti non condividono questo modo di conoscere gente e nemmeno io lo reputo il più adatto, ma sono nata nell’era digitale e noi “digitali” ci conosciamo anche così. Ci sono uscita, ho dovuto un po forzare la mano per farlo uscire con me, adesso la sta forzando lui. Ma a 20 anni non mi ritrovo la libertà che vorrei e i suoi orari sono indecenti.

Ho paura. Tantissima. Non so se e come andrà a finire. Vorrei una cosa stabile, si ho solo 20 anni, ma ho bisogno di stabilità, quel po’ che basta per farmi stare serena, anche se per poco. Sento di averne bisogno. Vorrei godermela giorno per giorno ma non ci riesco, l’ansia è troppa, i dubbi ancora di più. Mi sono detta “non farti film” li sto limitando, ma sto producendo comunque film da oscar.

Sono paralizzata, bloccata in quella paura che mi trascino da circa quest’autunno. Sono passate due stagioni e lui ancora mi manca, di meno ma mi manca. Ha fatto più danni di quanto credevo. Ogni volta che torno da un appuntamento piango, di solito per la felicità, questa volta la tristezza mi ha assalita. Ieri ho fatto la doccia praticamente con le mie lacrime. Non voglio dirlo a mia madre è troppo presto e lei non capisce niente. Siamo troppo distanti mentalmente. La signora per cui lavoro invece mi capisce ha una mente aperta, è la mamma che vorrei, quella che dice preferisco sapere dove sei e con chi anziché farmi prendere in giro almeno sto più tranquilla. La adoro. È diventata una specie di  mentore, la vedo come una seconda madre. Mi ha detto chiaramente “se ci vuoi andare a letto fallo ma devi esserne sicura”. Io non ci voglio andare a letto, per adesso. Ma il fatto che lei mi abbia dato quel consiglio, cioè me lo sono sempre dato da sola, ma sentirtelo dire da un’adulta è tutta un’altra storia. Tra me e mia madre la parola sesso non è uscita quasi mai. Vorrei che capisse che ho vent’anni e tanta voglia di riprendermi dalle storie passate e sperare per quelle future.

Stamattina pensavo di non riuscire ad alzarmi dal letto. Ho pianto tantissimo. Fino a quando non mi ha contattata. Odio il fatto che “dipendo” da lui così già da adesso. Non voglio soffrire, dovrei viverla serenamente ma non riesco. Non mi sto lamentando, mi fa bene uscire con qualcuno e sono contenta. Ma vorrei che il ragazzo prima di lui non avesse preso la parte più spensierata di me. Quella che si faceva film anche sulle persone meno affidabili, che tanto erano solo film e anche se avessi sofferto non me ne sarebbe importato. Sarei andata avanti come sempre.

Questa volta è diverso. Non riesco a farmi bei film. Tutti finiscono tragicamente. Sembrano i film tratti dai romanzi di Sparks. Vorrei essere spensierata, godermela ma lui ha preso un pezzo di me, non me l’ha restituito. Mi ha lasciata nuda, senza difese, senza muri. Li ha abbattuti tutti e non mi ha aiutato a ricostruirli. Sono una città senza mura, senza difese. Potrebbe entrare chiunque e prendersi un altro pezzetto di me. Si lo so che potrei chiuderla qui, ma ho bisogno di essere felice, ho bisogno di credere che l’amore esista anche per me. Merito la felicità lo so, so quello che ho passato e non so se per caso dovesse andare male io riuscirò a ricostruire le mie fortezze, non so se riuscirò ad alzarmi dal mio angolino e sorridere davvero, di nuovo. Sono troppo debole per un’altra delusione, ma odio avere rimpianti e se non ci provo questo sarà troppo grande da gestire.

Ho quasi sempre le farfalle allo stomaco, odio questa sensazione ma allo stesso tempo la adoro. Mi fa capire che sono ancora capace di provare qualcosa. Le farfalle sono miste ai camion (chiamo così le mie dosi d’ansia). Quelli sono terribili. Al primo appuntamento ho detto a mia madre che ero a lavoro, stavo per farmi la valigia. Dovevo andare prima a casa dì una mia amica e poi da lui, perché lui può ma dopo cena. Lavora, quindi è giustificato. Ma venirmi incontro no? Che fine hanno fatto i cavalieri?

Non scherziamo, chi voglio prendere in giro? I cavalieri non mi sono mai piaciuti, io sono per i giullari tormentati. Quelli che hanno così tanti problemi mentali da far sembrare i miei nulla. Perché non so se l’avete capito che ho un po’ di problemi mentali, ma alla fine chi non li ha?

Filosofia e serie tv.

Cosa c’entrano insieme? Niente. Ma se non scrivo in modo disordinato non sono io.

Terza liceo. Non avevo mai fatto filosofia prima ma ero così emozionata che mi sono autoconvinta che mi piacesse. Mi è capitata una professoressa crapa quindi,il primo quadrimestre ho studiato sul serio, poi, aprivo libro leggevo, chiudevo, andavo davanti a lei e le leggevo tutto. 7 assicurato. Inutile dire che ho continuato così anche in quarto e quinto.

Arrivo all’università. Tra il piano di studi c’è filosofia, solo sei crediti (non capisco cosa c’entri col programma poiché studio formazione e comunicazione). Apro il libro cercando di ritrovare quell’amore che avevo perso in terza liceo. E ce l’ho fatta. La filosofia è una delle materie più belle che si possa studiare. Non chiedetemi qual è il senso della filosofia perché non lo so. Ogni filosofo diceva qualche cazzata, la metteva per iscritto, degli allievi gli andavano dietro e baam! Diventavano famosi. Credo che ciò derivasse dal fatto che la scienza non aveva la maggior parte delle risposte come oggi. Perché mi piace la filosofia? Non lo so. L’unico filosofo sensato che ho trovato è Marx anche se non capisco perché io lavoro e guadagno e  devo mantenere uno che non fa nulla. Ma è quello che succede in Italia più o meno quindi come posso contestare? Di solito mi piacciono le materie che hanno un fine. Il fine della filosofia dicono sia che ti insegna a pensare, come la matematica, solo che io la matematica non l’ho mai capita. (Non è che non so pensare?) La professoressa era così crapa che andava in giro dicendo che Hegel era difficile. Io Hegel l’ ho capito da sola, ho impiegato più tempo per capire Fichte. Ho frequentato solo una lezione di filosofia, sia a causa del lavoro, sia perché avevo paura che la prof fosse un’altra crapa. Sono contenta di aver fatto questa scelta, sono riuscita a coltivare di nuovo quell’amore che avevo perso anni fa.

A proposito di amore.. mi sono innamorata di the catch e how to get away with murder. Sono bellissime peccato che the catch siano solo due puntate, per ora e l’altra l’ho finita. “Ci rivediamo in autunno!” E secondo voi posso aspettare l’autunno? Dalla serie: Mainagioia. Comunque, guardandole ho capito che le serie tv possono benissimo prendere il posto di un fidanzato. Hai tempo libero? Sei in pigiama? Apri il tablet e sei apposto. Non devi truccarti, depilarti o fare tutte quelle altre cose che noi donne facciamo. E puoi stare anche in pigiama! Non devi preoccuparti di nulla. Cioè, io mi preoccupo perché visto che guardo serie tv che hanno sfondo drammatico, mi chiedo sempre: cosa succederà adesso? Ma comunque poi passa.  E quindi niente, ho ritrovato l’amore. Avevo dimenticato cosa significasse amare le serie tv. Cioè le ho sempre amate, ma ho dovuto trovare quelle giuste prima di innamorarmi sul serio, di nuovo.

Ps crapa significa capra. Solo che in dialetto mi piace di più. Arriva di più quello che era l’ignoranza della mia prof.