Essere indispensabili.

Oggi la mia migliore amica mi ha detto che si sente sola, che sa di non essere indispensabile nella vita di nessuno.. Ma chi lo è?

Io adoro quella ragazza, non immagino la mia vita senza di lei, eppure, quando progetto la mia vita, mi immagino sola. Ho capito che non posso contare su nessuno, che se voglio raggiungere i miei obiettivi devo farlo da sola. È spaventoso a volte, lo so, la nostalgia se sei lontana da  casa e amici ti divora, la solitudine, a volte, anche, ma su chi si può fare affidamento? Per chi puoi essere indispensabile?

Quand’ero più piccola, pensavo di essere indispensabile per una mia amica di infanzia e pensavo, che lei lo fosse per me. SIamo state amiche dalla prima elementare fino al quarto superiore.. lei si è allontanata e ce l’ho fatta ad andare avanti, nonostante le volessi un mondo di bene.

Purtroppo, o per  fortuna, dipende, le persone vanno avanti. (Quasi) Tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile.

Come si può ritenere una persona indispensabile se poi alla fine se ne vanno tutti? Come si può pretendere di essere indispensabile nella vita di qualcuno? Come può solo venire un pensiero del genere?

Fallimenti.

Per fare i genitori servirebbe una laurea. È inutile mettersi a fare i genitori se non se ne è in grado.

Sarà che mi è capitata la sfiga di essere donna, sarà che mi è capitata la sfiga di essere primogenita, sarà che sono sfigata, non lo so. So solo che comunque io a casa ho dovuto fare tante battaglie, alcune le ho vinte, altre no, ma comunque non ho mai avuto la straada spianata. Al contrario dell’idiota di mio fratello, uno spavaldo egocentrico senza fine. Lui è il figlio che non dà mai soddisfazioni, ma ha il meglio nella vita perché si esce e non si sa né con chi è, né dov’è. Fa quello che vuole.il coprifuoco ce l’ha, non lo rispetta, nessuna ripercussione. È frustrante e stancante cercare di essere la figlia perfetta, quella con una vitaa sociale di merda perché a caausa del carattere chiuso e dell’università, che le sta togliendo la vita, esce poco e niente. Quella figlia con una memoria di merda che nonostante mesi, ore e giorni passate sui libri non riescere a prendere più di 26, quella figlia che cerca sempre di dare il meglio, anche se a volte non raggiunge i risultati. È frustrante. È frustrante sentirsi dire “tu sei femmina”, è frustrante vedere tua madre che, fino all’anno scorso, elogiava solo tuo fratello in pubblico e quando gli altri chiedevano di te, lei rispondeva come a dire “lei è discreta, disordinata da morire.”  Per tuo fratello, complimenti come se piovessero solo perché sa suonare uno stupido strumento musicale, come se ci volesse chissà quale genio. 

Ora le cose sono leggermente cambiate, mia madre risponde “ah per lei non ho niente da dire.. che le posso dire?” Solo perché mi vede studiare. Come se quello fosse l’importante.. Nel frattempo mio fratello diventa sempre più viziato, continua a fare ciò che vuole.

E tu non puoi fare quello che vuoi? No. Ci vuole un’arte che non ho sviluppato.

È frustrante pensare ogni giorno a quando sarai lontano da casa perché senti che questa vita, queste persone, queste mura non ti appartengono. Forse nemmeno l’Italia ti appartiene, o tu non appartieni all’Italia. Fatto sta che se una persona sta bene nel luogo in cui cresce, non pensa certo ad andarsene il prima possibile. Perché si, sto studiando per riuscire ad andarmene. Finisco la triennale e vado in Australia, con l’appoggio di parenti, a fare altri due anni da studente. Lontano da qui. Sperando di trovare persone e luoghi migliori, una seconda famiglia, quella che sceglierò io. La nostalgia sarà presente, come  anche le difficoltà, ma sarà nostalgia del passato cosa che posso sopportare, perché la sopporto da quel 20 luglio 2014, appena rimisi piede in Italia, dopo essere stata tre settimane nella mia amata Irlanda, con una famiglia e degli amici meravigliosi.

Eh si, sono stata fortunata ad avere una famiglia, ma avere una famiglia nella quale non stai bene, nella quale devi sempre lottare, non è facile né da accettare, né da vivere come ambiente, soprattutto quando sei nel pieno della sessione estiva e oltre la tua tensione devi gestire pure quella che si respira in casa.

Specchi.

Ho letto che se non ci guardassimo per 10 anni allo specchio, probabilmente, poi non ci riconosceremmo. Non so se sia valido per tutti. Alcune mie compagne delle elementari mi sembrano uguali a quando erano piccole.

Mi è venuto in mente che probabilmente io dopo 10 anni non mi sarei sicuramente riconosciuta. I capelli mi si sono arricciati la pancia appiattita, ho messo gli occhiali, mi sono cresciute le tette di colpo, insomma la pubertà ha fatto il suo percorso. Ma non riconoscersi dopo 10 anni, fisicamente parlando, forse è normale. Ma cosa succede quando, a distanza di 10 giorni, ti guardi allo specchio e non ti riconosci?

È proprio quello che mi sta succedendo. Non mi riconosco più. Caratterialmente almeno. Sento che sto crescendo e come tutti i cambiamenti questo mi sta divorando, in senso positivo. Come quando mi sono spuntate le tette di colpo, o quando sono diventata più alta, sempre di colpo. Sto diventando una donna. Ed è bellissimo. Sto diventando ciò che ho sempre voluto essere. Un po’ distaccata rispetto a tutte le faccende, più razionale. Ma soprattutto, sto diventando più forte. Ed è fantastico.

Mi sento Samantha Jones di sex and the city. Senza sex e in una city di merda, ma comunque sono sempre simile a lei. È da quando ho 14 anni, forse prima, che la ammiro come se fosse una dea.

Oltre le cose belle ci sono quelle brutte, mi sento diversa tanto da non riconoscermi da un giorno all’altro e questo mi confonde. Tantissimo. Mi hanno detto che durante i vent’anni si cambia. Non pensavo così repentinamente. Si diventa donna. E per me la parola DONNA ha un significato immenso. Voglio che le donne, quelle vere, siano fiere di me. Per intenderci, non voglio che una suffragetta mi guardi dallaa sua tomba e si giri dall’altro lato. Voglio tenere alta la bandiera femminile. Noi abbiamo una grande responsabilità. Ne abbiamo tante a dire la verità. E la nostra vita non è facile. Ma io posso farcela. Sto diventando forte e sto crescendo. E voglio diventare la donna che ho sempre desiderato diventare un giorno. E ce la farò. Sono uscita da un’adolescenza più o meno orribile, ce la farò anche questa volta. Perché io ce la faccio sempre.

Ho smesso di avere paura (forse).

Sono una ragazza con la testa sulle spalle. Tempo fa ho avuto una delusione enorme. E ancora oggi me ne porto dietro le conseguenze. Lui se ne è andato senza un valido motivo e io ci ho sofferto. Anzi, a dirla tutta ci soffro tutt’oggi. Però sta succedendo qualcosa. Non ho più paura di un’eventuale relazione. Sono pronta a soffrire di nuovo. Non ad essere felice, perché essere pronti ad essere felici è facile. Ma ad essere triste è più difficile, serve tanta forza a rialzarsi e credo di potercela fare, in caso di caduta.

Sabato. Passeggiavo sul corso. Scambio lo sguardo con un ragazzo. All’inizio non ci ho fatto caso,può capitare. Ma poi è capitato altre due volte e la terza mi ha sorriso. Non credo sia stato anore a prima vista ma mi ha fatto piacere. L’ho trovato per caso su Facebook. Non ho capito se sia fidanzato o se si sia lasciato da poco. Se è fidanzato non mi interessa. Quale ragazzo fidanzato guarda una tipa e, addirittura, le sorride? Sono pronta a soffrire ma non a cercarmi la sofferenza perché se è fidanzato è più coglione degli uomini single. E no non posso sopportare un livello così alto di stupidità. Ma se è single beh.

L’ho aggiunto su Facebook. Volevo aspettare sabato per rivederlo magari ma la mia migliore amica mi ha detto di farlo oggi. Che poi perché proprio oggi? Boh. Che poi mi sono fatta film da oscar e alla fine è probabile che venga  fuori che lui non si ricorda di me.

Eh niente. Sono un’inguaribile romantica. Dovrei farmene una colpa? Si forse si. Forse la smetterei di illudermi.

Mamme.

Da piccola alla domanda a chi vuoi più bene? A mamma o a papà? Io rispondevo sempre papà, anche se papà non era presente e mamma si.

Mia madre ha fallito su molti fronti. Ho un fratello più piccolo che da piccolo ne combinava di  tutti i colori, mia madre mi ha picchiata tante volte per colpa sua. L’ho provato sulla mia pelle. Le botte, se le ricevi a causa di altri, non servono. Anzi, fanno crescere il rancore nei confronti di chi te le dà.

Non è solo per le botte che mia madre ha fallito. Mi ha tappato le ali, non mi ha dato le libertà che volevo e tutt’oggi non me le dà. Mentre a mio fratello si, non proprio tutte, ma ne ha più di me. E quando usa la scusa del “lui è maschio” la rabbia cresce ancora di più. Sono 10000 volte più responsabile di mio fratello e nonostante ciò le libertà sono sempre limitate. Per andare in Irlanda, io e mio padre abbiamo dovuto fare lotte che non avete idea. E si vanta con le altre mamma che mi ha mandata da sola. Come se fosse stata l’unica al mondo ad averlo fatto.

Ovviamente le voglio bene, è pur sempre mia madre e non sto dicendo che averla è una disgrazia, sono fortunata, ma no, non riesco ad elogiarla, ad amarla, a dedicarle post su Facebook su quanto bene le voglio perché, alla domanda chi preferisci tra mamma e papà, io risponderò sempre PAPÀ.

Ghosting.

Ti lascio senza dirtelo. Ecco cosa significa. Il tipo conosciuto su Facebook che era scomparso, dopo una settimana è tornato dicendomi che pensava fossi morta. Simpatico il ragazzo. Era stato lui a visualizzare e non rispondere e se pensava che io gli sarei corsa dietro, si sbagliava di grosso. Ho fatto quell’errore due volte. Non intendo ripeterlo. Almeno fin quando non trovo qualcuno per cui valga la pena lottare. Ma se una cosa è certa, è che per lui non ne vale la pena. Perché continuo a sentirlo è semplice, sono un’inguaribile romantica e voglio credere che l’amore esista anche per me. Non credo che tra me e questo tipo possa nascere qualcosa, la parte razionale di me lo sa, quella romantica vuole crederci. Che lo faccia pure. Tanto non mi farà soffrire. O perlomeno non sarà terribile come l’ultima volta.

Si, ancora lo penso. Non credo che smetterò mai di farlo. In due mesi è riuscito a rendermi felice, felice davvero, di quella felicità che provi solo quando ami davvero qualcuno. Si l’ho detto lo amavo. E forse ancora adesso, un po’ lo amo. Sono passati quasi 8 mesi. Sono un’infinità e ancora mi capita di piangere sotto la doccia. Quando torno dagli appuntamenti piango. Perché penso agli appuntamenti con lui. Erano tutti perfetti. Quelli di adesso non lo sono. O perlomeno non lo sono quanto lo erano quelli con lui.

Lo odio perché mi ha mostrato una faccia della felicità che non conoscevo e con la quale, avrei voluto convivere, almeno per un po’. Mi aveva fatto credere di provare davvero qualcosa per me, per questo mi sono lasciata andare, altrimenti non lo avrei mai fatto. E forse provava davvero qualcosa, ma non abbastanza per dire “vale la pena combattere”. Odio gli uomini così. Quelli che non combattono e lui sembrava uno che lo avrebbe fatto.

Sono troppo forte e intelligente e di questo gli “uomini” hanno paura. Si sa, le donne forti rimangono single almeno fino ai 40 anni. Il fatto è che con gli uomini io non mi mostro forte, loro mi sovrastano sempre, mi trasportano in un’altra dimensione. Mi fanno perdere il controllo, divento più femminile, più timida. Forse non è la mia forza ad allontanare gli uomini, o forse si. Magari c’è qualche altro problema del quale non sono a conoscenza o semplicemente, il problema sono loro.

Apatia.

Nel corso della mia vita mi sono sentita dire svariate volte “sei apatica.” Non credevo a quelle persone perché ho sofferto e gioito tantissimo. Ma adesso non sento più nulla. Solo il vuoto.

Le cose più emozionanti che mi hanno trasmesso qualcosa ultimamente sono state: l’atterraggio con ryan air (grande dose di adrenalina) e la nuova puntata di the catch.

Ieri mia madre mi ha abbracciata e mi ha detto “non mi abbracci mai.” Io le ho risposto “non ne ho bisogno”. Non abbraccio le mie amiche da una vita. Ho sempre adorato gli abbracci, le abbracciavo sempre, adesso non più. Le uniche cose che riesco a percepire sono: l’ansia da esame (ma mentre di solito mi divora, ora è come se mi tenesse compagnia) e la preoccupazione che questo nulla non passerà mai.

Sabato sono andata a prendere un caffè col mio ex (tromb) amico. Aspettavo quel momento da mesi. Dovevo essere arrabbiata o felice, o entrambi e invece, niente. Dopo ho raggiunto altri amici, con i quali non ci frequentiamo sempre, ma di solito, quando sono con loro, sono felice e quella felicità, me la trascino per giorni. Questa volta, è durata solo sabato.

L’unica cosa che potrebbe salvarmi è il sesso. Non so perché ma col sesso trovo la soluzione a tutto. Mi fa sentire viva. Ora come ora non ho voglia nemmeno di quello. E voi che non mi conoscete potete anche pensare che non sia grave, ma vi assicuro che lo è. I miei ormoni si sono spenti.

Ho vent’anni e non sento niente. La parola niente mi ha divorata. Avevo dei sogni, delle ambizioni. Non me ne frega più niente. Piango per dei libri, per delle serie tv. Esco da quel mondo e tutto si riduce a niente.

C’è una fine al niente?

Tutti tornano.

Una delle cose che mi è sempre piaciuta è il fatto che chi se ne va, alla fine, per un motivo o per un altro, torna sempre. Mi piace perché a volte, chi lo fa, è perché si è pentito di averti lasciato andare. Altri lo fanno perché magari non sanno più dove battere la testa. Io permetto a tutti di tornare, però solo quando anche io ho bisogno di loro e solo quando so che, se dovessero lasciarmi andare di nuovo, potrò riprendermi. Forse è un atteggiamento da stronza, ma chi se ne va e poi torna merita di peggio a mio parere quindi, non sono poi così stronza.

Come volevasi dimostrare, il mio ex trombamico è tornato single, l’avevo capito sabato, quando dopo mesi di saluti da lontano mi chiama, mi saluta come se tutto fosse nella norma e mi dice “ci sentiamo su whatsapp.”

Ieri gli ho scritto, confermando i miei sospetti sulla sua rottura. Ha avuto il coraggio di ammettere che vorrebbe recuperare il nostro rapporto senza il sesso. Ora come ora mi va bene, perché è un uomo ed ho capito che ho bisogno di un uomo nella mia vita. Non uno qualunque ma lui può andare bene. Sfruttamento? Un po’, ma ha iniziato lui la guerra. Una mia nemica è sua amica, gli avevo chiesto di non dirle niente di noi due. Lui l’ha fatto. Questa è andato a dirlo alla sua ex, che ci ha impedito di vederci. Al posto della sua ex avrei fatto lo stesso. Ma lui mi ha tradito e lui è staato tradito da una che considera sua amica. Forse me lo merito visto che sono andata a dire alla tipa di cui lui era innamorato che, mentre amava lei, noi ce la spassavamo. Ma lei era la mia migliore amica e sa fingere. Per più di otto mesi abbiamo finto che lei non sapesse niente e ancora oggi lui non sospetta nulla. Si sono una vipera, ma dopo quello che mi ha fatto non mi sento assolutamente in colpa, per niente. Anzi, ho solo tanto rancore nei suoi confronti. Sabato andremo a bere un caffè.. Gli vomiteró in faccia tutto e poi gli dico che lo perdono. Visto che siamo amici a convenienza.. Perché lui può farlo e io no?

Vipera? Forse. Mi sento in colpa? No, non dopo quello che mi ha fatto. All’inizio il senso di colpa per averlo detto alla mia migliore amica ce l’ avevo perché lo consideravo amico sul serio, ma quando ho scoperto ciò che mi aveva fatto, non più. Sono diventata stronza, ma ultimamente mi sono successe tante di quelle cose orribili, che credo di potermelo permettere. Non è colpa mia se sono diventata stronza, ma colpa sua e del tipo venuto dopo di lui (che ancora mi manca).

Esperienze e pensieri vari.

Sono stata a Milano. Se prima mi spaventava l’idea di vivere lì in un probabile futuro, adesso non è più così. È anche meglio di ciò che mi aspettavo, è incredibile e c’è tanta gente con i capelli strani, mi sentirei più me stessa in un posto dove, nonostante i capelli strani, nessuno ti fissa, visto che ho la fissazione per i capelli colorati. Al sud Italia siamo in Africa paragonati a loro. E a Roma sono al sud Italia, questo mi consola. A milano ho fatto shopping matto e sfrenato, per trovare qualcosa di carino qui devo girare milioni di negozi, lì ovunque tu entri trovi qualcosa e anche a prezzi molto accessibili.

Il viaggio mi ha fatto capire che non è cosa per me viaggiare con i miei, li ho dovuti pregare per portarmi all’accademia di Brera e sono comunque entrata sola. Siamo andati al Duomo e hanno preso il biglietto solo per la cattedrale e non per le terrazze. Geni del male. Poi si lamentavano del freddo, del caldo, il cibo. Ma lo spirito d’adattamento che fine ha fatto? Amo viaggiare, visitare posti, stare a contatto con altri turisti o con la gente del luogo. Non ho potuto fare niente di tutto questo.

Siamo stati anche a Bologna c’era un corteo antifascista. Mi avvicino per capire di cosa si tratta e cosa dicessero. Mia madre mi dice “muoviti che a queste cose non si partecipa”. Quale madre dice alla figlia che non deve partecipare ad un corteo?

Diciamo che mia madre in mezzo alle manifestazioni non ci sa stare, se due litigano lei li fissa ed è questo che non bisognerebbe fare.

Durante il mio viaggio la mia quasi storia iniziata su Facebook è finita, proprio come è iniziata, su Facebook. Niente drammi, la ferita per il tipo di prima è ancora troppo profonda per badare ad uno di cui,praticamente, conoscevo solo il nome.

Sospetto che il mio ex trombamico si sia lasciato con la sua tipa e voglia tornare da me, non vedo l’ora che me lo dica chiaramente per poterlo mandare felicemente a quel paese, o forse no, non lo so. Sono ancora confusa, appena e se succederà, deciderò sul momento. Devo smetterla di pensare come se fossi una macchina. Elaboro troppo e troppo in fretta e a volte, le decisioni sono comunque sbagliate. Non voglio avere rimpianti ma ho capito che sono una cosa inevitabile, quindi tanto vale smetterla di pensare.

Se smetto di pensare però, poi che scrivo?

Paura, ansia e depressione.

Trovi la pace interiore ed eccolo lì, arriva un ragazzo e manda all’aria tutto. Credevo che l’ultima “storia” mi avesse fatto perdere fiducia nell’amore, forse un po’ è stato così. Ma più che la fiducia nell’amore, l’ho persa negli uomini, in me stessa. C’è questo ragazzo, conosciuto su Facebook, so che tanti non condividono questo modo di conoscere gente e nemmeno io lo reputo il più adatto, ma sono nata nell’era digitale e noi “digitali” ci conosciamo anche così. Ci sono uscita, ho dovuto un po forzare la mano per farlo uscire con me, adesso la sta forzando lui. Ma a 20 anni non mi ritrovo la libertà che vorrei e i suoi orari sono indecenti.

Ho paura. Tantissima. Non so se e come andrà a finire. Vorrei una cosa stabile, si ho solo 20 anni, ma ho bisogno di stabilità, quel po’ che basta per farmi stare serena, anche se per poco. Sento di averne bisogno. Vorrei godermela giorno per giorno ma non ci riesco, l’ansia è troppa, i dubbi ancora di più. Mi sono detta “non farti film” li sto limitando, ma sto producendo comunque film da oscar.

Sono paralizzata, bloccata in quella paura che mi trascino da circa quest’autunno. Sono passate due stagioni e lui ancora mi manca, di meno ma mi manca. Ha fatto più danni di quanto credevo. Ogni volta che torno da un appuntamento piango, di solito per la felicità, questa volta la tristezza mi ha assalita. Ieri ho fatto la doccia praticamente con le mie lacrime. Non voglio dirlo a mia madre è troppo presto e lei non capisce niente. Siamo troppo distanti mentalmente. La signora per cui lavoro invece mi capisce ha una mente aperta, è la mamma che vorrei, quella che dice preferisco sapere dove sei e con chi anziché farmi prendere in giro almeno sto più tranquilla. La adoro. È diventata una specie di  mentore, la vedo come una seconda madre. Mi ha detto chiaramente “se ci vuoi andare a letto fallo ma devi esserne sicura”. Io non ci voglio andare a letto, per adesso. Ma il fatto che lei mi abbia dato quel consiglio, cioè me lo sono sempre dato da sola, ma sentirtelo dire da un’adulta è tutta un’altra storia. Tra me e mia madre la parola sesso non è uscita quasi mai. Vorrei che capisse che ho vent’anni e tanta voglia di riprendermi dalle storie passate e sperare per quelle future.

Stamattina pensavo di non riuscire ad alzarmi dal letto. Ho pianto tantissimo. Fino a quando non mi ha contattata. Odio il fatto che “dipendo” da lui così già da adesso. Non voglio soffrire, dovrei viverla serenamente ma non riesco. Non mi sto lamentando, mi fa bene uscire con qualcuno e sono contenta. Ma vorrei che il ragazzo prima di lui non avesse preso la parte più spensierata di me. Quella che si faceva film anche sulle persone meno affidabili, che tanto erano solo film e anche se avessi sofferto non me ne sarebbe importato. Sarei andata avanti come sempre.

Questa volta è diverso. Non riesco a farmi bei film. Tutti finiscono tragicamente. Sembrano i film tratti dai romanzi di Sparks. Vorrei essere spensierata, godermela ma lui ha preso un pezzo di me, non me l’ha restituito. Mi ha lasciata nuda, senza difese, senza muri. Li ha abbattuti tutti e non mi ha aiutato a ricostruirli. Sono una città senza mura, senza difese. Potrebbe entrare chiunque e prendersi un altro pezzetto di me. Si lo so che potrei chiuderla qui, ma ho bisogno di essere felice, ho bisogno di credere che l’amore esista anche per me. Merito la felicità lo so, so quello che ho passato e non so se per caso dovesse andare male io riuscirò a ricostruire le mie fortezze, non so se riuscirò ad alzarmi dal mio angolino e sorridere davvero, di nuovo. Sono troppo debole per un’altra delusione, ma odio avere rimpianti e se non ci provo questo sarà troppo grande da gestire.

Ho quasi sempre le farfalle allo stomaco, odio questa sensazione ma allo stesso tempo la adoro. Mi fa capire che sono ancora capace di provare qualcosa. Le farfalle sono miste ai camion (chiamo così le mie dosi d’ansia). Quelli sono terribili. Al primo appuntamento ho detto a mia madre che ero a lavoro, stavo per farmi la valigia. Dovevo andare prima a casa dì una mia amica e poi da lui, perché lui può ma dopo cena. Lavora, quindi è giustificato. Ma venirmi incontro no? Che fine hanno fatto i cavalieri?

Non scherziamo, chi voglio prendere in giro? I cavalieri non mi sono mai piaciuti, io sono per i giullari tormentati. Quelli che hanno così tanti problemi mentali da far sembrare i miei nulla. Perché non so se l’avete capito che ho un po’ di problemi mentali, ma alla fine chi non li ha?